sabato 11 ottobre 2008

Il G7 dichiara guerra alla tempesta perfetta!


Non riesco ad immaginare quello che hanno pensato Hank Paulson e Larry Blankfein, l’ex e l’attuale numero uno della molto potente ed ancor più preveggente Goldman Sachs, quando hanno visto sugli screens l’azione della loro banca toccare l’infamante livello di 74 dollari, un livello che va raffrontato a quel massimo di 250 toccati dalla ex Investment Banks in piena tempesta perfetta e che riduceva a meno di un quarto la capitalizzazione di borsa toccata allora, portando la stessa, seppur temporaneamente, a 25 miliardi di dollari circa, sempre tanti rispetto agli appena 10 miliardi cui è giunta la capitalizzazione che il mercato attribuisce alla altra ex Investment Bank, Morgan Stanley, una banca che solo poche settimane fa veniva implicitamente valutata dalla banca giapponese che ne ha prenotato una quota del 21 per cento per 9 miliardi di dollari, la bellezza di 43 miliardi, ma, d’altra parte, questo è pur sempre il mercato, bellezza!

Anche se fa un po’ sorridere apprendere che il per la terza volta ministro italiano dell’Economia, Giulio Tremonti, avrebbe minacciato di non firmare il documento finale della riunione di emergenza dei ministri economici e dei governatori delle banche centrali del G7 svoltasi ieri a Washington ove non fossero state prese misure adeguate nei confronti dello sfacelo determinato dalle alte ondate della tempesta perfetta, bisogna ammettere che, un po’ per celia e un po’ per non morire, i convenuti al consesso si sono dati in qualche modo una mossa, concordando e mettendo nero su bianco cinque impegni che, come vostro cronista della crisi finanziaria, ritengo opportuno riportare di seguito nella versione ripresa dai siti on line dei quotidiani italiani, avvertendo che il testo è quello che viene attribuito al comunicato finale, un testo prontamente definito “eccellente” dal Governatore della Banca d’Italia e presidente del Financial Stability Forum, Mario Draghi, ma la sintassi è mia, a causa dell’italiano un po’ zoppicante della frettolosa traduzione:

1. “Verranno messe in atto azioni decisive e verranno usati tutti gli strumenti disponibili per sostenere sistematicamente le istituzioni finanziarie importanti al fine di prevenirne il fallimento”.

2. “Verranno compiuti tutti i passi necessari per scongelare il credito ed i mercati monetari, al fine di assicurare che le banche e le altre istituzioni finanziarie abbiano ampio accesso alla liquidità ed alla raccolta”.

3. “Si agirà per assicurare che le nostre banche e gli altri importanti intermediari finanziari, se necessario, possano raccogliere capitali da fonti sia pubbliche che private, in ammontari sufficienti per ristabilire la fiducia e permettere loro di continuare a finanziare privati ed aziende”.

4. “Si agirà per assicurare che i nostri programmi di garanzia sui depositi siano robusti ed adeguati, cosicché i risparmiatori continuino ad avere fiducia nella sicurezza dei loro depositi”.

5. Verranno compiute azioni, dove serve, per far ripartire i mercati secondari dei mutui e delle altre attività cartolarizzate”.

A questi punti che, per la prima volta dal 9 agosto del 2007, danno il segno evidente della preoccupazione e della determinazione dei decision makers della politica economica e monetaria dei sette paesi più grandi del mondo industrializzato, viene aggiunta una importante chiosa nel comunicato, ove si afferma che “tutte queste azioni dovranno essere prese in modo da proteggere i contribuenti ed evitare effetti potenzialmente dannosi in altri paesi…Useremo strumenti di politica macroeconomia, se necessario ed appropriato…Sosteniamo fortemente il ruolo cruciale del Fondo Monetario Internazionale nell’assistenza ai paesi colpiti da questa turbolenza…Accelereremo la piena realizzazione delle raccomandazioni del Financial Stability Forum… Siamo impegnati in una immediata riforma del sistema finanziario… Rafforzeremo la nostra cooperazione e lavoreremo con altri per realizzare questo piano”.

Come redattore del giornale di bordo della tempesta perfetta, devo notare che questo evidente, anche se tutto da verificare, cambio di passo dei sette grandi del mondo industrializzato qualche effetto lo ha già sortito, in quanto il Dow Jones, sprofondato in apertura di seduta nella parte superiore dell’area dei 7 mila punti, in perfetta sintonia con i pesanti tonfi delle borse asiatiche e di quelle europee nessuna esclusa, ha iniziato un rally che ha consentito anche di segnare valori positivi, chiudendo, ala fine di una estenuante e voltalissima seduta, con una perdita di “appena” l’1,48 per cento, mentre il Nasdaq riusciva addirittura a segnare un lievissimo progresso rispetto alla chiusura disastrosa del giorno precedente, mentre il polso della situazione viene dai volumi veramente eccezionali di azioni scambiate che hanno sfiorato il livello di 16 miliardi di azioni scambiate in un solo giorno sui molteplici listini di cui si compone il mercato azionario a stelle e strisce.

Non vorrei assolutamente sottovalutare un’importante affermazione di Giulio tremonti fatta a margine degli alquanto convulsi lavori, in quanto il per la terza volta ministro dell’Economia ha voluto rimarcare a chiare lettere ed evidentemente a scanso di equivoci che “l’obiettivo del governo italiano è quello di salvare tutte le banche e non solo quelle ‘sistemiche’”, un’affermazione che farebbe dire alla bella e brava Simona Marchini nel suo delizioso romanesco:”ma che avrà voluto dì?”

Restando sulle frasi da trasmissione comica e/o satirica, mi vedo costretto a segnalare che in piena conferenza stampa a chiusura dei lavori di un Consiglio dei Ministri svoltosi in trasferta in quel di Napoli ed immagino nei saloni del Palazzo Reale posto proprio al centro della ex capitale del borbonico regno delle due Sicilie, il presidente del consiglio italiano, Silvio Berlusconi, forse influenzato dall’augusto luogo o pensando di essere ancora sul palco del Bagaglino, si è prodotto in esternazioni su materie molto delicate quali quelle legate alla crisi finanziaria in corso e, parlando dell’ipotesi di una nuova Bretton Woods, ha anche detto che, per dare il tempo a coloro che saranno chiamati a scrivere le regole di un nuovo ordine e economico internazionale, si poteva anche prevedere una chiusura temporanea dei mercati azionari in tutto il mondo!

Ricordo che il video del mio intervento al convegno della UIL sulla crisi finanziaria è presente nella sezione video del sito dell’associazione Free Lance International Press all’indirizzo http://www.flipnews.org/ mentre gli atti del convegno sono esportabili dal sito http://www.uil.it/ nella sezione del dipartimento di politica economica.