mercoledì 13 maggio 2009

Banchieri centrali sull'orlo di una crisi di nervi!


Non so perché, ma ascoltando negli ultimi due giorni una vera e propria raffica di dichiarazioni da parte di ministri finanziari, banchieri più o meno centrali e altri protagonisti della scena finanziaria globale, mi è venuto in mente quello che viene mormorato in presenza di tromboni di ogni ordine e specie: “con le parole farebbero andare avanti anche i treni”!

Già, perché non so bene più cosa pensare dopo aver sentito lunedì Jean Claude Trichet, presidente della Banca Centrale Europea, non escludere né un nuovo ribasso dei tassi, per il momento giunti all’infima soglia di un punto percentuale, né l’adozione di pratiche ben poco ortodosse da lunga pezza invalse nell’ambito del sistema della riserva federale statunitense, dichiarazioni che hanno acceso ben più di una speranza ai piani alti delle banche e delle compagnie di assicurazione europee, al punto che qualcuno stava già tirando fuori dal frigo aziendale qualche bottiglia di champagne di celebre marca, speranze e bottiglie prontamente rientrate quando, non più di ventiquattro ore dopo, ha sentito la necessità di dire la sua il presidente della Bundesbank, Weber, uno che sulla carta è vice di Trichet, ma che nella realtà dura e spietata dei rapporti di forza è l’interprete autentico dello spirito neotemplare che la BCE eredita direttamente dalla viva e vegeta Buba!

Ma cosa ha detto in realtà il numero uno della Bundesbank? Nientepopodimeno che i cronisti potevano pure cancellare dai loro taccuini le parole pronunciate il giorno prima dal povero Trichet; insomma, un intervento paragonabile a quello di un commissario del popolo di sovietica memoria quando il comandante del reggimento presso il quale il commissario opera in veste apparentemente consulenziale dice qualche corbelleria non del tutto in linea con la linea espressa dal Cremino e poco importa che Trichet sia sulla carta il numero uno della Bce e Weber soltanto il numero due, tanto non c’è cronista di primo pelo che non sappia quale è il peso relativo dei due banchieri e quale il peso delle rispettive parole sulle decisioni che verranno poi assunte in quel di Francoforte, Germania, Europa, Mondo, una location non del tutto casuale per l’istituto al quale ben sedici paesi dell’unione europea hanno affidato i poteri un tempo attribuiti alle rispettive banche centrali nazionali.

Ovviamente, Weber non ha detto affatto che quelle pronunciate dall’amico Jean Claude erano l’equivalente di una voce dal sen fuggita, ma è anche vero che il tono e i contenuti del suo discorso non verranno certo ricordati negli annali della diplomazia, ma quello che più colpiva gli uditori era il non troppo celato dispiacere provato dal banchiere tedesco di fronte alla incompiutezza della metamorfosi che aveva portato l’allegro e un po’ gaudente banchiere d’assalto francese a trasformarsi in pochi anni in un compassato e ortodosso seguace della dottrina che vede l’inflazione come il peggiore di tutti i mali, i parametri di Maastricht come le tavole di Mosè, i comportamenti poco virtuosi seguiti dal suo come da altri governi come il peggiore dei mali, una trasformazione che lo avrebbe potuto anche portare in pochi anni a essere considerato degno di ottenere la cittadinanza tedesca!

Prima che andasse in scena sulle rive del Meno questa riedizione delle comari di Windsor, le autorità monetarie britanniche avevano sorpreso il mondo finanziario del regno Unito e un po’ quello di tutto il mondo, dichiarando di aver deciso di iniettare ulteriori 50 miliardi di sterline nell’alquanto esangue sistema creditizio d’oltre Manica, avvertendo al contempo che tale misura era oltremodo necessaria in quanto i servizi meteorologici al servizio del Cancelliere dello Scacchiere avrebbe previsto una terza ondata della tempesta perfetta, un allarme che, al di là dell’indicazione numerica dell’ondata in questione, ha fatto correre più di un brivido lungo la schiena dei banchieri operanti a Londra e in quella dei loro colleghi operanti sulle principali piazze finanziarie del pianeta.

La nuova ‘dose’ di fondi pubblici iniettati nelle banche è basata anche sulla amara constatazione che le banche britanniche non ne vogliono proprio sapere di utilizzare le immense risorse ricevute in precedenza per erogare a loro volta crediti all’economia, preferendo piuttosto impiegare queste risorse per tappare le sempre più vistose falle presenti nelle loro stive, il che, detto in altre parole, vuole semplicemente dire che stanno operando una massiccia pulizia delle posizioni più o meno tossiche presenti al di sopra e, soprattutto, al di sotto della loro linea di bilancio, una vera e propria corsa contro il tempo che accomuna la seminazionalizzata Royal Bank of Scotland, la Barclays e il colosso creditizio numero uno che risponde al nome di Hong Kong Shanghai Banking Corporation, una banca che, a dispetto del nome, ha sede legale in quel di Londra, anche se fa affari, non sempre del tutto fortunati, in tutti e cinque i continenti!

Come no bastassero le esternazioni dei banchieri centrali, ieri ci si è messo anche il per la terza volta ministro italiano dell’Economia, Giulio Tremonti, uno che ha deciso che alla sua terza esperienza non è proprio più il caso di esimersi dal mandarla a dire, sport in cui si è esercitato più volte prendendo a bersaglio il Governatore della Banca d’Italia e presidente del Financial Stability Group (nome nuovo appena affibbiato al Financial Stability Forum e che sancisce l’ingresso dei rappresentanti delle banche centrali di new comers come Brasile e India), anche se da qualche tempo pare proprio che i due abbiano fatto davvero la pace.

Ma cosa ha detto di tanto clamoroso Giulio? Da un lato ha ratificato il possibile raggiungimento del fondo del barile, concetto che ha espresso dicendo che possiamo finalmente dire che si è evitata la catastrofe sul mercato finanziario globale, un concetto non del tutto originale e già espresso al di qua e al di là dell’Oceano Atlantico, ma che ha voluto condire con un molto immaginifico paragone tra i banchieri globali e Re Mida, il mitico sovrano che trasformava in oro tutto quanto toccava, cibo incluso!

Ricordo che il video del mio intervento al Convegno della UIL sulla crisi finanziaria è presente sul sito dei dell’associazione FLIP, all’indirizzo http://www.flipnews.org/ . Riproduzione della presente puntata possibile solo citando l’autore e l’indirizzo del blog