mercoledì 15 luglio 2009

Goldman Sachs fa felici azionisti e partners!


Mentre i francesi festeggiavano ieri il duecentoventesimo anniversario della presa della Bastiglia, l’evento che diede il via alla rivoluzione francese, anche ai piani alti della potente ma ancor più preveggente Goldman Sachs sono state stappate bottiglie di champagne per festeggiare i positivi risultati nel secondo trimestre dell’anno in corso, il secondo rendiconto a cadenza normale rilasciato da quando l’ex banca di investimenti ha accettato di trasformarsi in una holding bancaria posta sotto la diretta vigilanza del sistema della riserva federale, un’innovazione che le ha indubbiamente portato bene visto che entrambi i trimestri si sono chiusi in utile e quello in esame segnala utili superiori del 33 per cento rispetto al trimestre chiuso al 31 maggio del 2008.

Ma ancora più felici sono indubbiamente i partners di Goldman che hanno udito dalla viva voce del Chief Financial Officer, David Viniar, che sono stati accantonati, nei tre mesi chiusi al 30 giugno, 6,65 miliardi di dollari per essere destinati a bonus e gratifiche di vario genere, una cifra che, secondo proiezioni ispirata alla dovuta cautela, porteranno la torta complessiva a una dimensione superiore ai 20 miliardi di dollari previsti in precedenza e faranno sì che, in media, ogni dipendente della banca guadagnerà 900 mila dollari, in luogo dei ‘soli’ 700 mila dollari precedentemente previsti.

Senza scomodare il pollo di Trilussa, è evidente che la distribuzione dei ricchi premi e cotillions sarà alquanto ineguale, basti pensare che, con riferimento all’esercizio 2007, 100 milioni andarono al presidente e amministratore delegato, Larry Blankfein, 70 milioni di dollari cadauno ai due Chief Operating Officer, 56 milioni al sopra menzionato David Viniar e somme appena inferiori ai vari capi dipartimento, anche se va detto che difficilmente qualche dipendente porterà a casa meno di 200 mila dollari cui si aggiungono un ottimo sistema previdenziale e una polizza sanitaria che prevede davvero tutto, compresa la copertura integrale di tutte le spese che il dipendente dovesse sostenere nel caso decida di cambiare il proprio sesso.

Non so proprio cosa penseranno quanti si stanno azzuffando sui sistemi di compensation & benefit utilizzati nelle principali entità protagoniste del mercato finanziario globale, apprendendo che l’utile distribuito agli azionisti nel secondo trimestre sarà di appena 2,7 miliardi di dollari, una cifra certamente ragguardevole ma che è meno della metà di quanto è stato accantonato per gli indispensabili bonus, un raffronto che chiarisce inequivocabilmente quale sia la scala di valori e di priorità vigente in Goldman e dintorni, così come spiega la fretta che ha spinto qualunque banca statunitense ne avesse la possibilità a restituire di corsa i soldi ricevuti dal TARP, una fretta legata al fatto che il nuovo zar degli stipendi nominato da Obama avrà l’ultima parola sui bonus dei primi cento dirigenti di qualsiasi entità abbia ricevuto finanziamenti pubblici!

Come era già accaduto nel corso del primo trimestre, la maggior parte degli utili vengono dalla cosiddetta attività di trading, quell’attività che consiste essenzialmente nel fare scommesse sull’andamento degli indici azionari, delle materie prime, dei tassi di interesse, dei cambi e di qualunque cosa sia valutabile, un attività che ha prodotto nello scorso trimestre tre quarti degli utili di Goldman e che nel secondo ha raddoppiato i ricavi conseguiti l’anno precedente, mentre l’attività bancaria vera e propria ha prodotto il 15 per cento dei ricavi in meno rispetto a quelli realizzati nel primo trimestre, mentre ha gravato sui conti un costo di poco meno di mezzo miliardo di dollari legato alla sopramenzionata decisione di restituire anzitempo al Tesoro i dieci miliardi di dollari ricevuti alla fine del 2008.