martedì 22 settembre 2009

Il Congresso mette alle strette Bank of America!


Quella di lunedì non è stata proprio una giornata facile sui mercati azionari di tutto il mondo, con ribassi iniziati in Asia e ampliatisi in Europa, ma anche a Wall Street le cose non sono andate liscie, una ventata di pessimismo che ha spinto il petrolio anche al di sotto dei 69 dollari al barile, mentre l’oro si è riportato sotto la soglia psicologica dei 1.000 dollari.

Nel frattempo il dollaro sta vivendo una fase di leggero miglioramento, riportandosi nell’area degli 1,46 contro l’euro e a 92 yen per dollaro, un rafforzamento che non si sa se dovuto a una fase di accumulazione prima di testare nuovi minimi contro le altre due principali valute o a discreti interventi da parte delle banche centrali.

Pur segnalando qualche miglioramento nella gestione della compagnia, i funzionari del Congresso che stanno monitorando AIG temono che molto difficilmente sarà in grado di ripagare completamente gli oltre 180 miliardi di dollari di aiuti pubblici ricevuti da quando è stata di fatto nazionalizzata nella stessa terribile notte di metà settembre del 2008 che vide il fallimento di Lehman Brothers e il salvataggio di Merrill Lynch da parte di una non proprio entusiasta Bank of America, che oltre ai guai che aveva di suo si era già dovuta accollare quelli di Countrywide e di Washington Mutual, divenendo, inoltre, così il primo operatore nel settore dei mutui residenziali statunitensi.

Il salvataggio di AIG si rese necessario non solo per la dimensione della compagnia, ma anche perché era controparte di Credit Default Swaps per immensi ammontari e un suo fallimento avrebbe messo in seria difficoltà le maggiori banche globali poste sia al di qua che al di là dell’Oceano Atlantico, una circostanza che si è resa palese quando sono stati resi noti i nomi delle banche ripagate in fretta e furia nei tre mesi successivi all’intervento pubblico, banche che altrimenti non sarebbero forse fallite ma si sarebbero certamente trovate in serie difficoltà e non avrebbero potuto presentare i bilanci in attivo.

In quelle drammatiche circostanze, a presiedere la AIG venne chiamato da Hank Paulson, allora ministro del Tesoro ed ex numero uno di Goldman Sachs, Edward Liddy, un pensionato ma anche egli proveniente da Goldman, il quale accettò l’incarico dietro il compenso simbolico di un dollaro, ma che si sottopose al sacrificio ben consapevole della posta in gioco

Ma la notizia del giorno è la forte presa di posizione del presidente di un organismo del Congresso, tale Edolphus Towns che, secondo quanto ricostruito da una giornalista del New York Times, avrebbe chiarito agli esponenti di Bank of America che non possono opporre il segreto sulle convulse trattative che precedettero l’acquisizione di Merrill Lynch, quando a richiedere le suddette informazioni è, appunto, il Congresso.

Come i lettori del Diario della crisi finanziaria ricorderanno, il neo confermato presidente del sistema della riserva federale, Bernspan, già si era trovato in serie difficoltà nelle aule parlamentari quando venne senza tanti giri di parole accusato di avere fatto forti pressioni sul numero uno di Bank of America per indurlo a non tergiversare troppo sull’operazione fortemente voluta dalla Fed e dal ministero del Tesoro, pressioni rese note dallo stesso Lewis, che ha anche candidamente ammesso di non avere informato i consiglieri di amministrazione di quanto stava accadendo, in quanto riteneva che, tutto sommato, l’acquisizione di Merrill Lynch fosse un affare.